Nella società odierna, gli sport da combattimento sono spesso fraintesi. Per molti rappresentano un retaggio di brutalità primitiva, un’esaltazione della violenza. Eppure, chi si allena seriamente nel pugilato, nella Muay Thai o nelle MMA sa bene che la realtà è l’opposto: chi conosce il combattimento lo teme meno e, paradossalmente, è meno incline a usarlo.
Cesare Barioli, nel suo Manifesto per una nuova educazione, afferma che “solo chi sa combattere può non combattere e chi non sa combattere può solo farsela addosso.” Questa riflessione colpisce al cuore la vera essenza degli sport da combattimento: preparano alla lotta, ma proprio per questo insegnano a evitarla quando non è necessaria.
Il Pugilato: Controllare il Caos, Dominare Sé Stessi
Salire sul ring significa entrare in una dimensione in cui il conflitto è regolato, dove ogni errore si paga e ogni emozione deve essere controllata. Il pugilato non è una rissa da strada: è una disciplina che richiede strategia, lucidità e autocontrollo.
Chi si allena al pugilato non impara solo a colpire, ma soprattutto a gestire la paura, a restare concentrato sotto pressione e a mantenere la calma anche quando è in difficoltà. Questo vale per il ring come per la vita: chi sa combattere, nel senso più profondo del termine, sa quando farlo e quando no.
Nel combattimento, l’emotività incontrollata è il primo passo verso la sconfitta. Il pugile inesperto si lascia trascinare dalla rabbia e diventa prevedibile. Quello esperto, invece, sa aspettare, leggere l’avversario, adattarsi. Questa è la vera lezione del pugilato: il controllo della propria forza è più importante della forza stessa.
Chi Non Sa Combattere Vive Nella Paura
Barioli denuncia la formazione di “masse irresponsabili”, educate a non combattere e a delegare ogni forma di violenza allo Stato o alle istituzioni. In questa logica, la forza viene stigmatizzata e il conflitto rimosso, creando individui incapaci di difendersi, sia fisicamente che psicologicamente.
Chi non ha mai affrontato uno scontro—sul ring o nella vita—spesso teme in modo irrazionale il confronto. Questo porta a due estremi opposti: l’aggressività fuori controllo o la paralisi di fronte al pericolo. Gli sport da combattimento offrono un’alternativa: trasformano l’istinto in disciplina, la paura in consapevolezza, l’aggressività in strategia.
La violenza cieca nasce dall’ignoranza e dall’insicurezza. La vera forza nasce dalla conoscenza. È per questo che chi ha praticato il pugilato o le MMA ha meno probabilità di cadere in provocazioni o di reagire impulsivamente. Sa che la violenza ha un prezzo e che la vera vittoria è spesso quella che si ottiene senza combattere.
“Tenere il Centro”: Il Combattimento Come Metafora della Vita
Progetti come Tenere il centro (ideato dalla Padova Ring Boxe) partono proprio da questa consapevolezza. Nel pugilato, “tenere il centro” significa dominare il ring, non lasciarsi spingere all’angolo, mantenere l’iniziativa. È un concetto che si applica anche fuori dalla palestra: nella vita, chi tiene il centro non si fa sopraffare dagli eventi, non si fa dominare dall’ansia o dall’insicurezza, ma rimane lucido, padrone della propria posizione.
Nel combattimento, come nella vita, non vince il più forte, ma chi sa adattarsi, chi resta presente, chi non si fa trascinare dall’istinto ma usa la testa. Questo è il messaggio più profondo degli sport da combattimento: non rendono violenti, ma insegnano a controllare la violenza, a conoscere i propri limiti e a trasformare la paura in forza.
Conclusioni
Il pugilato e gli sport da combattimento sono molto più di una preparazione fisica: sono un percorso di crescita, di autodisciplina e di trasformazione. Chi ha imparato a combattere sa che la vera battaglia è con sé stessi e che la vittoria più grande è quella che si ottiene senza dover sferrare un colpo.
Gli sport da combattimento non insegnano solo a vincere, ma a conoscere i propri limiti, a rispettare l’avversario e a trasformare la paura in una forza interiore. In un’epoca in cui il confronto viene evitato e la fragilità dilaga, riscoprire il valore del combattimento significa riscoprire il valore della forza consapevole, della responsabilità e della padronanza di sé.
Bibliografia di riferimento
1. Cesare Barioli, Corpo, mente, cuore – Manifesto per una nuova educazione, Edizioni Judo Italia.
2. Cus D’Amato, Il mio pugilato, Ultra Sport, 2020.
3. Mike Tyson, L’arte della guerra secondo Mike Tyson, Piemme, 2017.
4. Sam Sheridan, A Fighter’s Heart: One Man’s Journey Through the World of Fighting, Grove Press, 2008.
5. Geoff Thompson, Fear: The Friend of Exceptional People, Geoff Thompson Ltd, 2010.
6. Rory Miller, Meditations on Violence: A Comparison of Martial Arts Training & Real World Violence, YMAA Publication Center, 2008.
7. John Danaher, Mastering Jiu-Jitsu, Victory Belt Publishing, 2003.
8. Miyamoto Musashi, Il libro dei cinque anelli, Mondadori, 2020.