Dr. Marco Inghilleri
Introduzione
Negli ultimi anni, il culto del corpo ha assunto un ruolo sempre più pervasivo nella società contemporanea, portando con sé nuove forme di disturbi dell’immagine corporea. Tra queste, l’anoressia riversa, nota anche come vigoressia o bigoressia (muscle dysmorphia), rappresenta un fenomeno in crescente diffusione. A differenza dell’anoressia nervosa, in cui il soggetto ricerca un corpo sempre più magro, nella vigoressia l’ossessione è rivolta all’aumento della massa muscolare, spesso a scapito della salute fisica e psicologica.
Caratteristiche del Disturbo
Le persone affette da anoressia riversa sviluppano una preoccupazione ossessiva nei confronti del proprio aspetto fisico, con l’obiettivo di incrementare la muscolatura. Tuttavia, la percezione del proprio corpo risulta alterata: nonostante l’evidente sviluppo muscolare, il soggetto si percepisce sempre troppo magro o poco tonico. Tale insoddisfazione lo porta a dedicare un’enorme quantità di tempo all’allenamento, all’alimentazione iperproteica e, in alcuni casi, all’uso di sostanze pericolose come anabolizzanti e steroidi.
I comportamenti tipici includono:
- Osservazione ossessiva allo specchio;
- Confronto costante con i fisici altrui;
- Ansia e stress quando si salta un allenamento o un pasto programmato;
- Preoccupazione costante per l’apporto proteico giornaliero;
- Assunzione di farmaci o sostanze dopanti per incrementare la massa muscolare;
- Trascuratezza verso aspetti fondamentali della vita come lavoro, studio e relazioni sociali;
- Sensazione persistente di avere un corpo debole o poco sviluppato.
Diagnosi e Fattori di Rischio
Per una diagnosi accurata, è necessario riferirsi ai criteri delineati dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5), che classifica la muscle dysmorphia come una forma di disturbo da dismorfismo corporeo. Tuttavia, la semplice passione per il culturismo o per l’attività fisica intensa non costituisce un criterio sufficiente per diagnosticare la vigoressia: il fattore discriminante è la sofferenza psicologica e l’interferenza nella vita quotidiana del soggetto.
Il disturbo colpisce prevalentemente gli uomini, emergendo spesso alla fine dell’adolescenza o nella prima età adulta. Tra i fattori predisponenti troviamo:
- Pressioni socioculturali legate agli ideali estetici maschili;
- Distorsione dell’immagine corporea rafforzata dai social media e dalla pubblicità;
- Predisposizione a disturbi ossessivo-compulsivi;
- Bassa autostima e insicurezze legate alla percezione del proprio corpo;
- Influenze familiari o ambientali che enfatizzano il valore della prestanza fisica.
Implicazioni Psicologiche e Sociali
La vigoressia può condurre a un forte isolamento sociale, poiché la persona tende a sacrificare amicizie, relazioni e attività quotidiane per dedicarsi esclusivamente all’allenamento. Inoltre, l’uso di sostanze dopanti può provocare gravi danni alla salute, tra cui alterazioni ormonali, problemi cardiovascolari e disturbi dell’umore come ansia e depressione.
Dal punto di vista psicologico, la vigoressia rientra nei disturbi dismorfici corporei e spesso si accompagna a sintomi depressivi. L’individuo si trova intrappolato in un ciclo di insoddisfazione perenne, in cui nessun risultato fisico appare mai sufficiente per placare l’ossessione.
Cause e Approcci Terapeutici
L’origine della vigoressia è complessa e multifattoriale, intrecciando aspetti psicologici, familiari e sociali. Fondamentale è il ruolo della costruzione dell’identità personale e del significato attribuito al proprio corpo. Inoltre, la pressione esercitata dai mass media e dai modelli di bellezza irrealistici favorisce il proliferare di questo disturbo.
Il trattamento della vigoressia prevede un approccio multidisciplinare che include:
- Psicoterapia, in particolare la terapia dei costrutti personali di George Kelly, Per esplorare e riorganizzare le narrazioni personali sull’immagine corporea, riconoscendo come queste abbiano finora rappresentato una soluzione adattiva e accompagnando la persona nella costruzione di significati alternativi più funzionali al proprio benessere;
- Supporto nutrizionale per ristabilire un equilibrio alimentare sano e consapevole;
- Intervento medico nei casi di abuso di sostanze o problemi fisiologici correlati;
- Tecniche di consapevolezza e gestione dello stress per ridurre l’ansia associata all’ossessione per il corpo.
Conclusione
L’anoressia riversa rappresenta una sfida crescente nella società contemporanea, dove l’immagine corporea è sempre più influenzata da standard estetici irraggiungibili. È essenziale promuovere una cultura del benessere che valorizzi la salute fisica e mentale, piuttosto che un’estetica imposta. L’intervento precoce e la consapevolezza del problema possono aiutare a prevenire gli effetti devastanti di questa condizione.
Bibliografia
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